Il Congresso Unia vuole combattere ogni peggioramento nella previdenza per la vecchiaia

In occasione della seconda giornata congressuale, i circa 350 delegati e delegate del sindacato Unia hanno deciso di lanciare una campagna contro lo smantellamento sociale, contro la politica di austerità antisociale e contro i regali fiscali ai ricchi e alle imprese. Si oppongono categoricamente al peggioramento previsto nell’ambito della riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020 e vogliono ricorrere al referendum per combatterla.

«Dopo tre decenni di una politica di ridistribuzione sempre più aggressiva a favore dei ricchi e dei super-ricchi, la Svizzera rischia di perdere il suo equilibrio sociale», sottolineano le delegati e i delegati Unia in una risoluzione. Il divario tra un esiguo numero di molto ricchi e la grande maggioranza si allarga sempre più e la concorrenza fiscale dissangua le finanze pubbliche e provoca lo smantellamento del servizio pubblico. Il finanziamento antisociale delle casse malati mette sotto pressione un numero crescente di persone e gli attacchi contro l’AVS e altre assicurazioni sociali colpiscono con particolare durezza gli strati più svantaggiati della popolazione. Nei prossimi anni, Unia intende lanciare una campagna attiva contro questa disastrosa politica di austerità e di smantellamento.

Annunciato il referendum contro i tagli nella previdenza per la vecchiaia

Unia giudica in particolare inaccettabili gli attacchi alla previdenza per la vecchiaia previsti nel quadro della riforma 2020. Il sindacato intende ricorrere al referendum contro ogni aumento dell’età pensionabile, la riduzione delle rendite AVS per le vedove e per i figli e la riduzione dell’aliquota di conversione nel secondo pilastro. Le delegate e i delegati hanno inoltre deciso che Unia combatterà «in prima linea» contro la RI imprese III, la riduzione dell’imposizione delle imprese, lo smantellamento del servizio pubblico, nonché qualsiasi progetto di privatizzazione.

Per una politica d’asilo umana

Im un’altra risoluzione le delegate e i delegati chiedono una politica d’asilo umana e l’accoglienza in tempi brevi di 50'000 profughi, la legalizzazione dei sans-papiers e una procedura di naturalizzazione agevolata.