Bata al ribasso

Bata prima di pronunciare i licenziamenti avrebbe dovuto consultare i lavoratori e informare gli uffici del lavoro cantonali.

Poco dopo la metà di aprile, Bata ha annunciato la chiusura delle sue filiali in Svizzera. Tutte le venditrici e i venditori dei negozi Bata ( apprendisti compresi) hanno ricevuto una lettera di licenziamento. Ma il gruppo si oppone a negoziati.

175: tanti sono i licenziamenti che hanno colpito i dipendenti della Bata in Svizzera. In casi simili, la legge impone generalmente la ricerca di una soluzione collettiva. Già settimane fa Unia aveva chiesto a Bata l’avvio di negoziati per l’elaborazione di un piano sociale. Dopo un primo incontro, la direzione del gruppo si è però rifiutata di cercare una soluzione collettiva insieme ai rappresentanti dei lavoratori.

«Al limite del ricatto»

Bata, come rivelato dal settimanale di Unia in tedesco Work, ha anzi proposto alle sue dipendenti delle indennità individuali dell’ammontare di 2000 fino a 5000 franchi, a condizione che mantenessero il riserbo assoluto sull’accordo e sul suo contenuto. «Combinare un’indennità di partenza a simili condizioni è al limite del ricatto, anche se purtroppo non è proibito », è il commento di Natalie Imboden, responsabile del commercio al dettaglio di Unia. A fine aprile, per ribadire l’importanza delle rivendicazioni del personale, Unia ha organizzato azioni di protesta davanti alle sedi di Losanna e Basilea di Bata e ha distribuito volantini presso numerose filiali in Ticino, Argovia, Vallese e a Ginevra, Neuchâtel, Thun e Zurigo.

Appello ai cantoni

Unia si rivolgerà inoltre nei prossimi giorni agli uffici del lavoro di Ginevra, Vaud, Basilea-Città e Ticino per chiedere di valutare se i licenziamenti annunciati da Bata non vadano considerati «licenziamenti collettivi» ai sensi del Codice delle obbligazioni. Se così fosse, Bata prima di pronunciare i licenziamenti avrebbe dovuto consultare i lavoratori e informare gli uffici del lavoro cantonali.