Un 1° maggio femminista

Annie Raja è stata in prima linea durante le proteste delle donne di Delhi del 2012.

Il Primo maggio zurighese è la festa senza scopo di lucro più grande della Svizzera. In vista dell’imminente sciopero delle donne del 14 giugno, il tema della giornata sarà quello della lotta delle donne a livello internazionale. Per questo motivo, l’organizzazione ha deciso di invitare, come ospite d’onore della manifestazione, la politica comunista Annie Raja, da anni in prima linea a favore dei diritti delle donne in India.

Il Primo maggio è festeggiato in tutto il mondo da quasi 130 anni. L’idea di celebrare il lavoro nacque negli Stati Uniti, dopo che sette lavoratori furono condannati a morte senza un processo rigoroso. Essi vennero accusati nel 1886 di essere gli esecutori di un attentato, avvenuto durante uno sciopero iniziato proprio il primo maggio, contro la polizia di Chicago. Tradizionalmente, prima che una festa, il Primo maggio è un’occasione per rivendicare diritti e per denunciare ingiustizie. A cavallo tra Ottocento e Novecento, la richiesta principale del movimento dei lavoratori era quella della giornata lavorativa di otto ore: all’epoca si lavorava molto di più e le ferie non erano ancora la norma. Negli anni i problemi e, quindi, le rivendicazioni sono cambiati, ma è rimasto il profondo significato simbolico della festa.

In Svizzera

La ricorrenza del Primo maggio fu subito accolta anche in Svizzera: nel 1890 erano già 34 le città elvetiche che ospitavano manifestazioni durante la giornata. Allora l’Unione sindacale svizzera, con i suoi 5000 affiliati, era davvero piccola e il Partito socialista, nato l’anno prima, ancora in fasce. A inizio Novecento, le città attive nell’organizzare manifestazioni durante il Primo maggio si moltiplicarono ma è Zurigo ad affermarsi come la capitale elvetica della Festa del lavoro: nel 1919, un anno dopo lo sciopero generale, furono addirittura 50.000 le persone che scesero in strada nella città sulla Limmat. Lo fecero in una situazione sociale ed economica difficile, ma dopo aver conquistato finalmente, dopo anni di scioperi e di lotte, la giornata lavorativa di 8 ore, che si traduceva in una settimana di 48 ore lavorative, poiché allora solo la domenica era giorno di riposo. 

Non solo lavoro

A partire dagli anni Sessanta e Settanta, si affacciarono sulla scena del Primo maggio zurighese i lavoratori immigrati da una parte e i movimenti giovanili, ecologisti, femministi dall’altra. I sindacati e i partiti di sinistra storici persero così il monopolio ma la giornata si è da allora arricchita sempre di più. L’impronta migrante è rimasta costante negli anni, tanto che il Primo maggio zurighese può essere definito ancora oggi come la festa delle numerose diaspore che popolano la città: Kaserne, il quartier generale del Primo maggio, nell’occasione si trasforma in un luogo di festa multietnico e multiculturale.

L’ospite d’onore

In vista dello sciopero del 14 giugno, il tema della giornata non poteva che essere quello della condizione della donna. Organizzatori e organizzatrici hanno però voluto allargare lo sguardo alla situazione internazionale e hanno così deciso di invitare Annie Raja, esponente del Partito comunista indiano, da anni a fianco delle donne contro le violenze  nella società e lo sfruttamento sul lavoro. Annie Raja è stata, tra le altre cose, in prima linea durante le proteste delle donne di Delhi del 2012, avvenute in seguito alla bestiale violenza di gruppo costata la vita della giovane Jyoti Singh Pandey.  

Il fronte sindacale  

Barbara Gysi, Presidente dell’Associazione del personale della Confederazione, parlerà a nome dell’Unione sindacale zurighese. Mentre Vania Alleva, Presidente di Unia, sarà presente a Zurigo nel pomeriggio, al Walcheturm alle ore 15, per un dibattito relativo all’accordo istituzionale tra Svizzera ed Europa, un tema che preoccupa molto i sindacati in questi mesi poiché alcune forze sociali e i loro rappresentati politici, sia in Europa che in Svizzera, vogliono scalfire le protezioni salariali elvetiche a nome del libero mercato.  

Cultura e politica

Il programma è ricco e pieno di spunti ed è spalmato su più giorni (dall’1 al 5 maggio): si parlerà, tra le altre cose, del lavoro in campo sessuale, di economia femminista, di scioperi di genere, di streghe, del rapporto tra  colonialismo e Svizzera, della presenza di Holcim in Colombia e dell’Iniziativa per multinazionali responsabili, delle donne Rojava, delle battaglie per difendere il diritto all’aborto in Salvador, della situazione in Catalogna e in Palestina. Immancabile, accanto ai dibattiti, il programma musicale, intenso e di grande qualità, capace di avvicinare ai temi del Primo maggio anche i più giovani. Informazioni più dettagliate sui dibattiti e i concerti sono disponibili sul sito del Comitato organizzatore.