«Il sindacato Unia è un progetto comune»

I segretari e le segretarie Unia alla fine della conferenza che si è svolta a Berna il 26 marzo

Il 26 marzo a Berna si è tenuta la Conferenza delle segretarie e dei segretari di Unia. L’appuntamento annuale è un contesto in cui fare un bilancio d’attività, discutere e definire le strategie per il futuro e, non da ultimo, tastare il polso del sindacato. Al centro della giornata: la lotta degli edili del 2018, l’imminente sciopero delle donne e la futura campagna salariale d’autunno.

Ci sono pochi momenti che permettono davvero di conoscere il sindacato Unia nella sua dimensione interregionale, multiculturale e plurilingue: La Conferenza delle segretarie e dei segretari è uno di questi. I segretari sono infatti la spina dorsale del sindacato, perché sono le figure professionali che vivono quotidianamente a stretto contatto con la base e con i lavoratori. Il ruolo del segretario è forse il più affascinante, ma anche uno dei più difficili, perché necessita di una forte motivazione costante.

Forza collettiva

L’apertura dei lavori è toccata a Vania Alleva. La Presidente di Unia ha parlato soprattutto del senso di appartenenza all’interno del sindacato: «L’orientamento comune, l’identificazione nell’organizzazione sono importanti per tutti, ma lo sono in particolare per i segretari e le segretarie. Noi siamo una forza collettiva, un progetto comune, anche se nella quotidianità non sempre ce ne accorgiamo». Le parole della Presidente non erano scelte a caso: a fronte di un aumento della soddisfazione dei collaboratori di Unia rispetto al passato, come rilevato dai sondaggi interni degli ultimi anni, rimane ancora da migliorare il livello d’identificazione dei collaboratori di Unia con gli obiettivi generali dell’organizzazione.

Le campagne

Nel programma della giornata era previsto un bilancio relativo alle campagne sindacali passate e a quelle in corso. Le campagne sindacali prioritarie, tutti si sono trovati concordi nel dirlo, sono un mezzo per rafforzare la percezione di percorrere un cammino comune. Nico Lutz, responsabile dell’edilizia Unia, ha parlato della recente mobilitazione dei lavoratori edili per la difesa della pensione anticipata e del Cnm, una battaglia di settore che ha coinvolto però tutto il sindacato. Egli inoltre ha analizzato le possibilità di replicare il successo di tale mobilitazione anche per altre campagne. Rispetto a questa stessa mobilitazione, Marudit Tagliaferri, della regione Unia di Zurigo, ha ricordato la grande solidarietà tra differenti regioni. Leena Schmitter, portavoce di Unia, insieme a colleghe e colleghi di molte regioni, ha parlato invece dell’organizzazione dello sciopero delle donne, una campagna sindacale fortemente politica, fondamentale per il paese, ma utile anche per rafforzare la coesione tra diverse regioni, settori e figure professionali all’interno del sindacato.

Il futuro è qui

Il pomeriggio è stato dedicato alla campagna sindacale prioritaria della seconda parte dell’anno, ovvero quella riguardante il salario. Aldo Ferrari, dirigente nazionale Unia, ha analizzato le ragioni che hanno portato alla scelta di questo tema: «I salari sono stagnanti dal 2004. La tendenza deflazionistica di questi ultimi anni non ha certo aiutato. Gli aumenti salariali sono stati erosi dai costi dell’assicurazione malattia. La nuova congiuntura, che prevede una ripresa dell’aumento del costo della vita, ci impone di concentrare i nostri sforzi attorno al tema del salario». Veronique Polito, dirigente nazionale Unia, ha parlato della ricetta vincente per riuscire finalmente a far ripartire la corsa al rialzo dei salari: «È necessario creare un clima favorevole durante le differenti trattative, migliorare i rapporti di forza tra capitale e lavoro e non da ultimo reclutare e rafforzare i militanti all’interno del sindacato». Il tema del salario, ha ricordato ancora Ferrari, è fortemente politico, deve rimanere tale: «Se vince la contrattazione individuale in campo salariale, è il lavoratore a perdere». L’obiettivo, ha dichiarato Polito in chiusura della sua relazione, è piuttosto ambizioso e riguarda tutti i settori: «vogliamo aumenti del 4% generalizzati e ancor di più per le donne, affinché raggiungano finalmente la parità salariale inscritta nella Costituzione. Possiamo farcela».