Questo congedo non s’ha da fare

Anche gli uomini protestano per la parità di genere.

L’iniziativa «Per un congedo di paternità ragionevole» sarà sottoposta al voto nei prossimi mesi.

Il governo si è espresso lo scorso anno contro l’iniziativa, che rappresenterebbe un progresso minimo nella direzione di politiche famigliari più moderne, per puri motivi economici. In una nota degli scorsi giorni, si è detto addirittura contrario alla proposta della Commissione per la sicurezza sociale e la sanità pubblica del Consiglio degli Stati che fisserebbe il congedo a sole due settimane.

Padri e madri

Secondo il quadro normativo attuale, i padri possono assentarsi dal posto di lavoro solo un giorno, un tempo nemmeno sufficiente per gestire il travaglio e le prime difficoltà successive al parto. Questa è una grave discriminazione nei confronti di quegli uomini che non vorrebbero essere privati del loro ruolo genitoriale. Per Virginie Pilault, portavoce di Unia, «I sindacati appoggiano pienamente l’iniziativa e vanno addirittura oltre: chiedono per il futuro un congedo di almeno 8 settimane. Se non si investe in questa direzione, le donne saranno sempre costrette a sobbarcarsi la maggior parte del lavoro domestico e di cura dei figli e continueranno a subire discriminazioni in ambito lavorativo. Anche per questo abbiamo deciso di scioperare il 14 giugno».

Investire è positivo

In una nota divulgata questa settimana a seguito della presa di posizione governativa, l’Unione sindacale svizzera ha invitato il Parlamento a essere più coraggioso del governo, schierandosi a favore di politiche famigliari moderne, in linea con quelle di molti altri paesi europei. Per Regula Bühlmann, della segreteria centrale dell’Uss, «numerosi studi dimostrano che investire nelle politiche familiari è una saggia priorità dal punto di vista sociale e persino vantaggioso sul piano economico. Occorre per questo andare oltre alle sole 14 settimane di congedo di maternità e pensare a dei congedi parentali più adeguati e non discriminatori».