Il sindacato tra le valli

Tre collaboratori Unia: Mladen Vujic, segretario sindacale, Angela Thiele, responsabile di sezione del settore terziario, e Carmine Gallicchio, responsabile regionale del settore Artigianato

Cosa vuol dire lavorare in una regione come quella grigionese composta da più di 150 valli? Quali sono le peculiarità di questo territorio dal punto di vista sindacale? Quali sono i problemi principali da affrontare? Con queste domande in testa, la scorsa settimana ci siamo recati a Coira per conoscere più da vicino alcuni dei protagonisti della vita sindacale grigionese.

La scorsa settimana Area si è recata a Coira per conoscere da vicino una delle due sezioni della regione Svizzera orientale-Grigioni, ovvero la sezione Rhätia-Linth. Qui abbiamo incontrato tre collaboratori Unia: Carmine Gallicchio, responsabile regionale del settore Artigianato, Angela Thiele, responsabile di sezione del settore terziario, e Mladen Vujic, giovanissimo ed entusiasta segretario sindacale. 

La sezione

La sezione Rhätia-Linth, guidata dal poschiavino Arno Russi, copre i Grigioni, il Canton Glarona e le città sangallesi di Rapperswil e Jona e costituisce, insieme alla sezione Säntis-Bodensee, la regione Svizzera orientale-Grigioni del sindacato Unia. Questa sezione ha all’attivo più di 4000 affiliati e affiliate e concentra i propri sforzi sindacali soprattutto nell’edilizia e nell’artigianato. La sezione è attiva anche nell’industria e nel terziario, un settore, quest’ultimo, notoriamente molto importante per l’economia grigionese.

Geografia   

Il territorio coperto da questa sezione è vastissimo e i tempi di percorrenza da una valle all’altra possono durare anche ore. Per questo, come ci ricorda Angela Thiele, «è importante focalizzare attentamente gli sforzi, concentrando l’attività sindacale in alcuni territori. Io, ad esempio, mi lavoro soprattutto in Alta Engadina e a Davos. In questi due contesti organizzo, insieme alla Fondazione Sag, corsi di lingua tedesca nel ramo della ristorazione e dell’hotelleria, che mi aiutano a entrare in contatto con lavoratrici e lavoratori». Anche per Gallicchio vale lo stesso principio: «Per noi è fondamentale individuare delle aziende-obiettivo o dei cantieri specifici e concentrare lì le nostre forze».

Le cantine

Nei Grigioni sono attivi migliaia di lavoratori e lavoratrici portoghesi. Si tratta della minoranza migrante più numerosa del cantone. Per la sezione è quindi fondamentale riuscire a entrare in contatto con questi lavoratori, anche al di fuori dei contesti lavorativi. Mladen Vujic ci spiega come riescono: «Nei Grigioni esistono delle mense e dei luoghi di ritrovo portoghesi, chiamate le cantine, e noi ci rechiamo spesso in questi luoghi per cercare di fare attività sindacale o più semplicemente per mangiare o bere qualcosa con loro. Le cantine sono molto importanti per noi». Angela Thiele aggiunge: «Non è sempre facile avere a che fare con lavoratori portoghesi, all’inizio sono diffidenti ma, una volta che hanno capito che stai davvero dalla loro parte, è molto bello lavorare al loro fianco». Per Gallicchio, «la difficoltà più grande è quella di far capire ad alcuni di loro, che la battaglia per i diritti è importante anche se non si vuole rimanere in Svizzera per tutta la vita».

Permessi brevi

I Grigioni, come del resto il Canton Vallese, sono caratterizzati da un’alta percentuale di persone residenti con un permesso L, rilasciato solitamente a dimoranti temporanei. Questo è dovuto, come ci spiega Thiele, «alla forte presenza di lavoratori stagionali, ma anche a una strategia mirata di alcuni datori di lavoro che assumono il personale straniero con contratti inferiori ai 365 giorni per non assumersi alcun rischio. Questi tipi di contratto non permettono a questi lavoratori di maturare i requisiti per la disoccupazione». La situazione in alcuni casi è abbastanza grave: «Siamo entrati in contatto anche con lavoratori presenti sul territorio da 10 o 15 anni in possesso di un permesso L. Quando abbiamo a che fare con questi casi cerchiamo di informare gli interessati e diamo loro istruzioni sul da farsi per ottenere permessi più stabili». E Gallicchio aggiunge: «Abbiamo cercato di fare pressione, cercando di imporre contrattualmente un limite ai contratti temporanei, ma la Seco ci ha subito tarpato le ali, sottolineando come questo vincolo fosse in contraddizione con la libertà di impresa».    

Permanenze

In Engadina sono attivi molti frontalieri provenienti dall’Italia, in particolare dalla provincia di Sondrio, e dall’Austria. La presenza di lavoratori frontalieri, a differenza del Ticino, non è percepita come un problema nei Grigioni anche se, ci ricorda Thiele, «non mancano anche qui elementi di conflitto o criticità». Per cercare di fornire assistenza a questa categoria di lavoratori, la sezione di Unia organizza mensilmente, nella città di Chiavenna e in collaborazione con la Cgil frontalieri, uno sportello di assistenza che, a detta dei tre segretari, risulta molto frequentato. In generale, le permanenze del sindacato Unia nel territorio della sezione, sono molto importanti per riuscire a coprire zone in cui non si riesce a lavorare con continuità. Queste permanenze si trovano, oltre che a Chiavenna, anche a Glarona, St. Moritz e a Rapperswil.

Donne e clima

Anche in questa sezione, lo sciopero delle donne del 14 giugno ha segnato l’attività sindacale del 2019. Unia e gli altri sindacati, raccolti nell’Unione sindacale locale, hanno stretto alleanze con associazioni e partiti vicini ai problemi delle donne. Questa alleanza ha portato più di 1000 persone nelle strade di Coira, un risultato straordinario. Per Thiele, i Grigioni «hanno vissuto un momento straordinario, forse il più grande sciopero della loro storia». Insieme allo sciopero delle donne, è il clima ha dettare l’agenda locale: «Sosteniamo il movimento per il clima perché, oltretutto, sono proprio le regioni alpine a soffrire, economicamente oltre che a livello ambientale, per il riscaldamento della terra».