L’anniversario nell’anno di crisi

Una riunione del personale Ecap nel 1980, a dieci anni dalla sua fondazione.

Per gli istituti di formazione è un momento molto difficile. La crisi provocata dal coronavirus ha bloccato quasi tutte le attività formative. Le realtà più piccole e più fragili rischiano la chiusura, per quelle più grandi si prospettano politiche di risparmio per far fronte alle perdite subite. Per Ecap, principale ente formativo per migranti della Svizzera, tutto questo accade proprio nell’anno del suo 50esimo anniversario.

La festa nazionale era già pronta: la dirigenza aveva organizzato e annunciato per giugno un congresso pubblico a Berna in presenza, tra gli altri, della Presidente di Unia Vania Alleva e del Segretario generale della Cgil Maurizio Landini. I due relatori erano stati invitati per sottolineare la natura sindacale e binazionale dell’ente di formazione, nato in seno al movimento dei lavoratori migranti italiani, e diventato in breve tempo una delle realtà più importanti nell’ambito della formazione per adulti in Svizzera. Alla fine dell’incontro era prevista una grande cena in presenza del personale e di numerose personalità della scena politica e sindacale della Svizzera. Questa e altre celebrazioni di carattere regionale sono state ovviamente annullate e rimandate a una data indefinita. Le preoccupazioni della dirigenza e dei lavoratori di Ecap sono ora rivolte alla situazione di crisi provocata dal coronavirus.  

Dumping e insicurezza 

In un recente articolo apparso a fine aprile sulla Sonntagszeitung, emerge che a soffrire non è solo Ecap, ma tutto il ramo della formazione, con molte scuole di piccole dimensioni che rischiano di chiudere. Le attività sono rimaste pressoché bloccate per due mesi e la formazione a distanza è riuscita a sopperire soltanto in minima parte al divieto di assembramento. Le recenti disposizioni del governo, come afferma Guglielmo Bozzolini, direttore Ecap, «danno il via libera all’insegnamento in classe in gruppi di 5 persone, compreso il docente. Questa scelta però è preoccupante: la maggior parte delle scuole potrà coprire i costi di esercizio soltanto comprimendo gli stipendi. Il pericolo all’orizzonte è quello del dumping, se non si agisce subito. Ecap è una realtà più solida, ma non nego che per far fronte alle enormi perdite ci aspettano mesi di risparmi». Anche in materia di sicurezza sanitaria, Bozzolini appare preoccupato: «C’è poco tempo per applicare a pieno le misure di sicurezza previste. Le misure, inoltre, hanno costi elevati e non c’è certezza sulla loro copertura. Non vedo nemmeno una seria politica dei controlli, che sono necessari in contesti come i nostri, perché meno esposti al pubblico rispetto ad altre realtà produttive».

Formazione a distanza

Negli scorsi due mesi le attività d’insegnamento di Ecap non si sono fermate del tutto. L’ente ha fatto e fa tuttora ricorso al lavoro ridotto, ma alcuni insegnanti hanno continuato a lavorare. Nel mese di aprile il personale Ecap rimasto attivo si è formato sulla didattica a distanza e molti corsi sono stati svolti grazie alle moderne tecnologie. Per Bozzolini, tuttavia, è stata persa un’occasione importante: «La crisi avrebbe dovuto offrire l’occasione alle autorità pubbliche per insistere sulla formazione a distanza, pur tenendo in considerazione le difficoltà che questa pone ai lavoratori poco qualificati e ai più anziani. Proprio su questo tema comunque occorrerebbe mettere in piedi un programma confederale contro il divario digitale per dare pieno accesso a tutti alle tecnologie dell’informazione. Su questo tema stiamo lavorando da anni come ente attraverso convegni e progetti, anche di carattere europeo». Proprio sulla formazione a distanza, Ecap ha deciso di investire sempre di più sia sviluppando rapidamente un’ampia offerta formativa (www.ecap.ch/online), sia sostenendo le possibilità di autoapprendimento della lingua tedesca, attraverso la pubblicazione di esercizi sulle proprie pagine Facebook e sul sito internet.

50 anni

Era il 1970 quando Leonardo Zanier (cfr. l’articolo) portava in Svizzera l’esperienza Ecap-Cgil, per offrire ai lavoratori italiani la possibilità di una formazione completa e non solo funzionale al padronato: «L’idea di Leonardo Zanier è rimasta tale per noi anche se il contesto storico è cambiato molto da allora. La formazione degli adulti è per noi, non solo un processo di crescita professionale ed emancipazione personale, ma anche parte di un progetto di trasformazione della  realtà». Ecap è l’eredità più importante lasciataci da Zanier, che ha intuito sin da subito l’importanza di aprirsi e superare i propri confini, siano essi geografici, linguistici o culturali: «La sfida è mantenere questo spirito anche per i prossimi 50 anni, rimanendo sempre al passo con i tempi».