È ora di trattare!

Siamo ormai quasi alla fine di aprile, ma i negoziati per il rinnovo del Contratto nazionale mantello (CNM) dell’edilizia, che scade alla fine dell’anno, segnano il passo. Eppure i temi non mancano: in particolare bisogna garantire il futuro del pensionamento a 60 anni.

Centinaia di lavoratori sono attesi da tutta la Svizzera sabato a Berna per la tradizionale Landsgemeinde, il parlamento dei lavoratori edili di Unia. Durante l’incontro sarà fissata la tabella di marcia per convincere i rappresentanti degli impresari costruttori a riprendere un dialogo costruttivo con i sindacati. «Non c’è più tempo da perdere», rileva Nico Lutz. Il responsabile del settore edile a Unia lo ha recentemente fatto presente anche in un messaggio inviato ai datori di lavoro di tutta la Svizzera.

Un lungo processo

I negoziati richiedono sempre molto tempo e il CNM prima di entrare in vigore deve passare al vaglio delle autorità federali per ottenere l’obbligatorietà generale, vale a dire l’obbligo per tutte le imprese di rispettarlo, ciò che permette di ostacolare il dumping salariale. «È un processo che dura mesi e quindi vi è il rischio di arrivare al 2016 senza un CNM», rileva il sindacalista. Il suo timore è che senza CNM le condizioni di lavoro finiscano sotto pressione, rendendo la concorrenza sempre più agguerrita a scapito dei lavoratori.
Unia vuole miglioramenti per gli edili, ma si preoccupa anche per il futuro del PEAN, il sistema per finanziare il pensionamento anticipato a partire da 60 anni che ha ormai oltre 10 anni di vita. La situazione finanziaria per il momento è buona, ma nei prossimi anni un forte numero di lavoratori giungerà al pensionamento. È la generazione del baby-boom. Come soluzione, i rappresentati degli impresari costruttori vogliono che gli edili lavorino più a lungo ritardando così il momento del loro pensionamento. Per Unia non se ne parla proprio. «Per questo proponiamo di aumentare temporaneamente i fondi per fronteggiare la strettoia», rileva Lutz. Ma per questo bisogna negoziare.

Proposta di compromesso

I datori di lavoro per il momento fanno orecchie da mercante e così le trattive languono. Per cercare di sbloccare la situazione, il sindacato è pronto a trovare una soluzione anche nella controversia su un Servizio di analisi del rischio introdotto da Unia Zurigo-Sciaffusa, ha fatto presente il sindacato nella sua missiva.

In piazza il 27 giugno

Adesso la parola passa ai rappresentanti dei lavoratori. Sabato la Landsgemeinde dovrà decidere le misure da adottare se la situazione non si sblocca. La prossima massa l’hanno già fissata: una manifestazione nazionale da tenersi il 27 giungo prossimo a Zurigo. In autunno seguiranno altre azioni.