«Un rapporto profondo e durevole»

Unia lavora da anni a stretto contatto con Ecap (Anreas Rieger e Pascal Hirt)

La formazione di base, quella continua e l’aggiornamento dei lavoratori sono fondamentali. A partire dal 2006, il sindacato Unia collabora a stretto contatto con Ecap, l’ente che si occupa di formazione per migranti in Svizzera. Durante l’ultimo Comitato scientifico della Fondazione, presieduto da Andreas Rieger, Pascal Hirt (Unia) ha presentato ufficialmente un progetto formativo pilota rivolto a lavoratori migranti attivi nella ristorazione.

Ecap Svizzera nasce nel 1970 grazie a Leonardo Zanier, figura storica della migrazione italiana in Svizzera e sindacalista Cgil.  Nei primi anni di vita, l’ente si è occupato soprattutto dei lavoratori italiani emigrati. Dal 1984, Ecap ha assunto la veste giuridica di Fondazione ed è a poco a poco diventato uno degli attori principali in Svizzera nell’ambito della formazione per adulti con origini migratorie. Guglielmo Bozzolini, direttore dell’Ecap, ci tiene a sottolineare che «il nostro ente ha sin dalla sua nascita forti rapporti, non solo con il sindacalismo italiano, ma anche con quello svizzero. Con il sindacato Unia, in particolare, il legame è da sempre molto profondo. I corsi offerti da Ecap in collaborazione con Unia sono decine e coprono buona parte del territorio nazionale».

Il Comitato scientifico

Il Comitato scientifico, nato nel 1988, ha avuto all’inizio una forte funzione programmatica e, sotto la Presidenza di Ettore Gelpi (1995 – 2002), compianto educatore italiano di fama internazionale, «ha avuto il compito di guidare il processo di internazionalizzazione dell’istituzione», afferma Bozzolini, che aggiunge: «Oggi il Comitato scientifico, sotto la presidenza di Andreas Rieger, ex Presidente di Unia, ha invece la missione fondamentale di raccogliere contributi esterni e di riflettere sulle proposte formative dell’ente stesso. Il Comitato non è però un consesso di soli accademici, ma un luogo aperto anche ai dipendenti dell’ente in cui teoria, metodo e prassi s’incontrano».

I progetti

Nell’ultimo Comitato scientifico sono stati presentati progetti e ricerche relativi all’integrazione nel mercato del lavoro di migranti e di altri gruppi potenzialmente discriminati. Daniel Kopp, ricercatore del Politecnico federale, ha presentato i risultati parziali di uno studio in cui sta cercando di delineare i fattori discriminanti specifici sul mercato del lavoro quali provenienza, lingua, genere, statuto di soggiorno. Martin Brügger, rappresentante del Canton Zurigo, ha illustrato invece i diversi strumenti esistenti in materia di integrazione nel mercato del lavoro locale. Dall’estero, Bénédicte Halba, invece, ha presentato un progetto internazionale innovativo, che consiste nel formare professionisti per favorire la riuscita scolastica di giovani con origini migratorie. Non si tratta di insegnanti di sostegno ma di educatori capaci, attraverso l’apprendimento di risorse interculturali, di fornire gli strumenti adeguati alle famiglie migranti per sostenere al meglio i figli nell’apprendimento.    

Integresso

Pascal Hirt, responsabile dei corsi di lingua del sindacato Unia, ha invece illustrato un progetto pilota dedicato ai lavoratori e alle lavoratrici attivi/e nel Canton Berna nel ramo della ristorazione. Si tratta di Integresso, ovvero un progetto pensato per favorire l’integrazione lavorativa di persone di lingua non tedesca con un livello formativo non molto elevato. Nel programma del corso, oltre all’apprendimento della lingua, sono previste attività di orientamento, di coaching e di consulenza professionale, nonché lezioni dedicate al rafforzamento delle competenze di base: scrittura, lettura, espressione orale, cultura di base e matematica. In caso di successo del progetto, questo potrà essere anche portato in altre regioni del paese. Le iscrizioni sono già aperte, mentre i corsi prenderanno il via non appena si raggiungerà il numero sufficiente di iscritti/e.