I sindacati si oppongono all’iniziativa per la disdetta che mina i diritti dei lavoratori

Le presidenti e i presidenti illustrano la campagna contro l’iniziativa per la disdetta: Arno Kerst (Syna), Katharina Prelicz-Huber (VPOD), Adrian Wüthrich (Travail.Suisse), Vania Alleva (Unia) e Pierre-Yves Maillard (USS)

L’iniziativa per la disdetta dell’UDC mira ad abolire la libera circolazione delle persone con l’UE e le misure di protezione dei salari. È un attacco frontale ai diritti di lavoratrici e lavoratori. I sindacati hanno presentato i loro argomenti a favore di un NO alle urne il 17 maggio.

In occasione della conferenza stampa dei sindacati a Berna, la presidente di Unia Vania Alleva ha parlato di un «attacco senza precedenti a tutte le persone occupate in Svizzera». L’iniziativa non solo porrebbe fine alla libera circolazione delle persone, nel mirino dell’UDC ci sono anche le misure di accompagnamento a protezione dei salari.

Le misure di accompagnamento sono un diritto dei lavoratori

Il principio delle misure di accompagnamento è che ai lavoratori locali e ai lavoratori distaccati si applicano gli stessi salari minimi e le stesse condizioni di lavoro. Esse prevedono anche che, in caso di abusi, i contratti collettivi di lavoro (CCL) possano essere più facilmente dichiarati di obbligatorietà generale. E persino nei rami professionali senza CCL, le misure di accompagnamento permettono di fissare degli standard minimi e di controllarne il rispetto.

L’UDC contro i lavoratori

«In realtà, il vero scopo dell’UDC è abolire il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a condizioni di lavoro eque», precisa Alleva. Se l’iniziativa venisse approvata, i CCL dichiarati di obbligatorietà generale e i salari minimi non potrebbero più essere controllati e fatti rispettare come finora. Ciò comporterebbe un massiccio peggioramento dei salari e delle condizioni di lavoro e aprirebbe le porte a un dumping salariale sistematico. Il risultato: una maggiore pressione sui salari, posti di lavoro a rischio e meno diritti sia per i lavoratori locali che migranti.