Novità per chi lavora nei negozi delle stazioni di servizio

Oggi per il personale dei negozi delle stazioni di servizio che aderisce a Unia è una data per così dire storica: si formalizza la nascita di una Conferenza nazionale sindacale per questo personale. A cosa serve? Lo abbiamo chiesto a Natalie Imboden, responsabile del settore a Unia.

La novità è data dal fatto che per la prima volta si incontrano insieme venditrici e venditori di negozi di stazioni di servizio provenienti da più regioni. Da tempo lo fanno le colleghe e i colleghi della vendita e tra di loro vi erano anche persone di questi negozi. Ma adesso a Unia avranno una loro conferenza perché sta per arrivare un Contratto collettivo di lavoro (CCL): fissa le loro condizioni di lavoro e per questo devono decidere se ratificare il risultato ottenuto al tavolo dei negoziati. Anche lo scambio di opinioni è importante.

Quando ha cominciato Unia ad interessarsi a questo settore?

Sono anni che Unia organizza personale dei negozi delle stazioni di servizio. Il numero di questi shop è aumentato molto negli ultimi 10 anni, come pure le loro dimensioni, anche perché gli orari di apertura sono sempre più liberalizzati. I «vantaggi» si vedono: in pochi anni il loro fatturato è passato da 2 a 3 miliardi di franchi. Attualmente vi sono 1300 negozi di questo tipo dove lavorano circa 11 000 persone, molto spesso a tempo parziale.

Quali condizioni di lavoro avete costatato?

Tanti hanno condizioni di lavoro precarie: bassi salari e pochi piani di lavoro. Alcune persone hanno un contratto di lavoro senza un minimo garantito: lavorano tra il 10 % e il 100 %, ma senza avere la certezza di quanto guadagneranno effettivamente a fine mese. Poi ci sono i turni durante il fine settimana e quelli serali, quando la sicurezza e il pericolo di rapine aumentano.

Esistono accordi regionali?

A Friburgo, Lucerna e San Gallo Unia ha concluso accordi cantonali: hanno permesso tra l’altro di migliorare i salari. Il nuovo contratto nazionale si è basato su questi successi per fissare condizioni minime valide in tutta la Svizzera. Lo abbiamo negoziato con l’Associazione gestori di negozi delle stazioni di servizio in Svizzera, organizzazione nata nel 2012. Dopo la votazione sulla liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi le parti sociali hanno avviato trattative in vista di un CCL.

Quali sono per Unia gli obiettivi più importanti da raggiungere?

Un graduale miglioramento delle condizioni di lavoro, salariali e degli orari. In questo settore devono valere per tutti le stesse condizioni, indipendentemente da chi possiede o gestisce questi negozi (molti sono in franchising). Importante è anche l’applicazione dell’accordo e per questo dopo la ratifica del CCL chiederemo alla Seco l’obbligatorietà generale dell’accordo. Il nostro obiettivo è che entri in vigore nel 2017 e che valga per tutti.