Unia chiede una digitalizzazione socialmente compatibile

Decidere se l’innovazione tecnologica serva al capitale o alle persone è una scelta politica.

L’Unione sindacale svizzera e i sindacati Unia e Syndicom hanno presentato le loro rivendicazioni sul tema digitalizzazione. Il punto centrale per i sindacati è che la digitalizzazione sia al servizio delle persone.

La digitalizzazione può essere pilotata. Lo sviluppo tecnologico ha sempre una dimensione politica, collegata alla questione di chi ne trae profitto. Le novità tecnologiche possono servire in modo unilaterale ad aumentare i profitti delle grandi aziende. Oppure possono rendere più semplici il lavoro e la vita delle persone. Ed è questo ciò che chiedono i sindacati.

Le regole valgono per tutti

La presidente di Unia Vania Alleva ha ricordato ch di questi temi si discute oggi in molti settori economici. Soprattutto nell’ambito delle piattaforme online (Uber, Airbnb, corrieri) devono esserci regole chiare, per evitare il dumping sociale e la diffusione di un’indipendenza fittizia.

Digitalizzazione sociale

Unia chiede una digitalizzazione socialmente compatibile. Ciò significa che le aziende possono ricorrere alle nuove tecnologie, ma i dipendenti devono poter contare nel contempo su salari corretti, garanzie sociali e orari di lavoro regolamentati.

I dipendenti ne devo trarre profitto

Nuove forme di attività lavorativa devono essere protette attraverso l’estensione dei contratti collettivi di lavoro (CCL) attualmente esistenti o attraverso la stipula di nuovi contratti. Ai dipendenti, dal momento chei profili professionali e i settori economici si trasformano, serve un diritto alla riqualificazione professionale e alla formazione permanente. Il personale deve essere associato ai profitti derivanti da un aumento della produttività attraverso aumenti salariali e riduzioni dell’orario di lavoro e deve poter partecipare un misura maggiore alle decisioni aziendali.