No ad una riforma delle rendite a scapito delle donne!

Le delegate della Commissione delle donne Unia rivendicano la parità di fatto e si oppongono ad una riforma a scapito delle donne (Foto: Christine Scheidegger)

È inammissibile che si voglia nuovamente risparmiare sulle spalle delle donne. Le Donne Unia si oppongono con fermezza all’innalzamento dell’età pensionabile delle donne a 65 anni, prevista nel quadro della riforma delle rendite 2020, e alla riduzione del tasso di conversione del secondo pilastro al 6%. È quanto hanno deciso in occasione del loro odierno incontro.

L’AVS, il più importante pilastro della previdenza per la vecchiaia, va rafforzata. Oggi, infatti, le rendite delle donne non permettono di condurre una vita dignitosa. Con l’iniziativa AVSplus, Unia rivendica un innalzamento delle rendite del 10% per tutti. La riduzione del tasso di conversione nella Cassa pensioni è inaccettabile.

Per una parità di fatto

Le donne guadagnano in media un quinto in meno rispetto agli uomini. Inoltre, esse svolgono la maggior parte del lavoro non retribuito (ad es. lavori domestici e di assistenza). Con gli anni, si vengono pertanto a creare delle lacune sempre più consistenti nel loro reddito, che a loro volta si ripercuotono direttamente sull’età della pensione: le rendite delle donne sono troppo basse. Nella loro risoluzione, le delegate della Commissione delle donne Unia rivendicano la parità di fatto e si oppongono ad una riforma a scapito delle donne!

Parità salariale ora!

Per attuare finalmente la parità salariale, è necessaria una soluzione legislativa. Le Donne Unia esigono che il Consiglio federale – a dispetto di tutte le manovre diversive dei partiti borghesi e dei datori di lavoro – presenti ancora quest’autunno un progetto valido in vista della revisione della Legge sulla parità. Unia rivendica in particolare controlli salariali vincolanti e sistematici nelle imprese e sanzioni incisive in caso di infrazioni.