Massiccio smantellamento delle rendite delle casse pensioni

Massiccio smantellamento delle rendite delle casse pensioni

Le casse pensioni hanno avviato un enorme processo di smantellamento delle rendite. Una persona che oggi ha 50 anni percepirà rendite molto più basse di quelle odierne. Questo è quanto emerge da un’analisi di oltre 60 casse pensioni condotta dall’Unione sindacale svizzera (USS).

I tassi di conversione utilizzati per calcolare le rendite delle casse pensioni sono scesi quasi ovunque al di sotto del 6%. Alcune grandi casse hanno portato il tasso di conversione addirittura al di sotto del 5%. Negli ultimi sette anni in media le rendite del secondo pilastro sono scese del 10%. In alcune casse pensioni il taglio raggiunge addirittura il 16% (gruppo industriale Bühler) o il 20% (FFS).

Fortissime contrazioni dei redditi

Le conseguenze sono drammatiche: dopo il pensionamento solo chi ha risparmiato almeno mezzo milione di franchi potrà mantenere il tenore di vita abituale, come previsto dal mandato costituzionale. La maggioranza della popolazione dovrà fare i conti con una forte riduzione delle entrate. Il problema non interessa solo i redditi bassi, ma anche tante persone che percepiscono una retribuzione intorno ai 7000 franchi. Parallelamente continuano ad aumentare i contributi che dobbiamo versare alle casse pensioni. Attualmente ammontano al 18% del salario.

Rafforzare l’AVS

Onde fermare e compensare questo smantellamento delle rendite, urge un rafforzamento dell’AVS, come chiede l’iniziativa AVSplus. Quest’ultima mira a garantire un aumento delle rendite del 10%. L’incremento non sarà gratuito, ma comunque finanziabile: un piccolo aumento dello 0,4% dei contributi a carico dei lavoratori e dei datori di lavoro consentirà infatti di aumentare le rendite in modo consistente per tutti. Un aumento analogo delle rendite del secondo o del terzo pilastro avrebbe un costo molto più elevato.