Imparare dagli errori, difendere il sindacato

Vania Alleva e il responsabile della comunicazione di Unia Pepo Hofstetter alla conferenza stampa sul caso di Zurigo del 16 settembre 2016

Il caso di molestie sessuali via sms nella regione Unia di Zurigo-Sciaffusa ha avuto un’ampia eco nella stampa. Al di là della vicenda specifica che ha visto coinvolto il segretario regionale Roman Burger, sono state sollevate anche gravi accuse contro Unia. Per Vania Alleva è fondamentale trarre le necessarie conseguenze da quel che è accaduto, ma anche rispondere con fermezza alle accuse ingiustificate.

Vania Alleva, nei giorni scorsi Unia si è trovata nell’occhio del ciclone. Al centro delle critiche c’è il caso Burger. Cosa puoi dirci a proposito?

Su una cosa vorrei essere molto chiara : le molestie sessuali non sono in alcun modo tollerabili. Non le tolleriamo nelle altre aziende, tanto più dobbiamo combatterle con fermezza all’interno del sindacato. Quel che è accaduto a Zurigo mi dispiace moltissimo. Sono profondamente delusa che un dirigente di Unia si sia comportato in questo modo. È per me prioritario che Unia si doti di strumenti che permettano per quanto possibile di evitare il ripetersi di simili avvenimenti.

Cos’è accaduto concretamente?

Il 24 aprile due colleghi di Zurigo si sono rivolti a Nico Lutz, responsabile per Zurigo nel Comitato direttore di Unia, riferendogli accuse contro Roman Burger. Dopo averne parlato con me, quattro giorni dopo Lutz ha incaricato un’azienda indipendente esterna di indagare sulla vicenda.Volevamo essere corretti verso tutte le persone coinvolte e attenerci ai fatti. Il rapporto indipendente ha constatato una caso di molestie sessuali da parte del segretario regionale Roman Burger nel quadro di uno scambio di sms con una dipendente. In un altro caso il rapporto ritiene che non si possa parlare di molestie. Ciò non toglie che la vicenda sia stata molto gravosa per entrambe le colleghe direttamente coinvolte. Il Comitato direttore ha applicato appieno tutte le misure raccomandate dal rapporto.

Unia ha dato tuttavia l’impressione di agire in modo poco trasparente e solo su pressione dei media.

La comunicazione in casi del genere è un delicato esercizio di equilibrismo. Da una parte in quanto datori di lavoro siamo tenuti a rispettare i diritti della personalità. Per questo non abbiamo potuto rendere pubblico il rapporto, che contiene informazioni private anche su terzi. D’altro canto abbiamo cercato di comunicare in modo attivo. In questo esercizio di equilibrismo abbiamo senza dubbio commesso degli errori di comunicazione. Quel che mi dispiace di più è che abbiamo dato l’impressione di attribuire una parte di responsabilità alle donne coinvolte. Non era nostra intenzione ed è un errore che mi fa particolarmente male.

Cosa accadrà ora con Roman Burger? 

Il Comitato direttore lo ha esonerato da tutti gli incarichi presso Unia con effetto immediato. Colloqui per arrivare a una rapida disdetta del contratto di lavoro sono in corso. Il sindacato gli metterà a disposizione strumenti per un outplacement, come fa con tutti i suoi dipendenti di lunga data.

Perché non viene licenziato? Se si vogliono combattere le molestie sessuali, si dovrebbero anche applicare misure sufficientemente severe.

Dobbiamo attenerci ai regolamenti interni. Il rapporto d’inchiesta non ha individuato motivi tali da giustificare un licenziamento immediato e ha suggerito di pronunciare solo un ammonimento, come previsto dai nostri regolamenti. Unia prevede un’ampia protezione dei suoi dipendenti dai licenziamenti, ciò che corrisponde del resto a quel che il sindacato rivendica in tutte le aziende. È vero però che c’è una certa contraddizione tra la nostra intenzione di tolleranza zero verso le molestie sessuali e i nostri regolamenti. Dovremo valutare se introdurre norme specifiche per i casi di molestie sessuali.

Unia ha fatto della lotta per l’uguaglianza fra i sessi uno dei suoi cavalli di battaglia. Ora si ritrova con l’immagine di un sindacato machista …

La presenza maschile è tradizionalmente forte in molti settori che organizziamo, come l’edilizia, l’industria metalmeccanica e l’artigianato. Negli ultimi anni il terziario, dove c’è una forte presenza femminile, è diventato però il nostro settore più importante. Abbiamo fatto molti progressi anche rispetto alla presenza femminile tra i quadri dirigenti, che oggi è del 36 % – una percentuale molto più alta della quota femminile tra i nostri affiliati . Nel nostro sindacato la parità salariale è raggiunta. Unia ha fatto molto per migliorare la condizione femminile. Non vorrei che quanto stiamo vivendo in questi giorni facesse dimenticare tutto questo.

Le accuse contro Unia non si limitano però al caso specifico di Zurigo. Il sindacato ha un problema con i suoi dirigenti?

 No, anche se naturalmente non siamo esenti da errori. Ora stiamo chiarendo tutte le accuse sostanziali. Inoltre stiamo valutando come possiamo migliorare la nostra cultura aziendale, in particolare nell’ambito dei rapporti interpersonali tra livelli gerarchici diversi. Detto questo, devo però anche osservare che ho avuto a tratti l’impressione di assistere a una vera e propria campagna mediatica contro Unia. Certe accuse non hanno alcun fondamento.

Secondo la NZZamSonntag Unia ha cercato di insabbiare la vicenda degli sms …

Non è assolutamente vero. È un’informazione priva di fondamento, che abbiamo subito rettificato. Ma la campagna continua. Ogni giorno siamo bombardati da nuove accuse, sempre più fantasiose. Sembra che non abbia più nessuna importanza se queste affermazioni siano vere o meno. Per i nostri affiliati è difficile spiegare alle loro colleghe e ai loro colleghi di lavoro quel che sta accadendo. Tutto questo danneggia il nostro movimento e i nostri avversari se ne rallegrano. Qui dobbiamo dire basta.