Mondiali in Qatar: migliori condizioni di lavoro sui cantieri

Se i Mondiali di calcio in Russia sono appena finiti, in Qatar la costruzione degli stadi per i Mondiali 2022 procede a pieno regime. Insieme alla Federazione internazionale dei lavoratori dell’edilizia e del legno (BWI), Unia si batte con successo contro gli abusi e a favore dei diritti dei lavoratori in loco.

In Qatar vivono 300‘000 Qatarioti e oltre due milioni di migranti. Migliaia di lavoratori edili sono impiegati nella costruzione di stadi e altre infrastrutture spesso a condizioni di lavoro deplorevoli. Ciò causa decessi.

In Qatar non esistono sindacati e vige il sistema della Kafala: vieta alle lavoratrici e ai lavoratori stranieri di cambiare datore di lavoro o di lasciare il paese senza l’autorizzazione del datore di lavoro. Grazie all’impegno internazionale dei sindacati, la situazione è leggermente migliorata.

Più diritti per i lavoratori

«La campagna condotta da quattro anni dalla BWI e da altre ONG è finalmente sfociata nella revisione del sistema della Kafala. I migranti e le migranti possono ora lasciare il paese in qualsiasi momento. È stato introdotto un salario minimo ed è permessa l’elezione di comitati dei lavoratori», sottolinea la presidente del sindacato Unia, Vania Alleva.

Su pressione della BWI, la FIFA si è impegnata a garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei diritti umani in occasione della costruzione degli stadi.

In gennaio 2018, l’autorità qatariota incaricata della pianificazione degli stadi dei Mondiali ha inoltre prolungato l’accordo stipulato con la BWI. Di conseguenza, anche nel 2018 la BWI potrà continuare ad effettuare controlli sui cantieri e provvederà alla formazione dei rappresentanti dei lavoratori e dei responsabili della sicurezza sui cantieri.