La povertà non è un reato

Unia migrazione lancia un’offensiva contro la Legge sugli stranieri (sulla foto: Marilia Mendes, segretaria nazionale per la migrazione)

Il diritto all’aiuto in situazioni di bisogno è garantito dalla Costituzione svizzera, eppure per le persone senza passaporto non è così. Unia migrazione sta raccogliendo adesioni per creare un fronte per migliorare la Legge sugli stranieri.

Le persone senza passaporto rossocrociato hanno paura. Durante questa pandemia, molti si sono ritrovati in condizioni di estremo bisogno e, nonostante ciò, non si sono rivolti all’assistenza sociale. Hanno preferito spesso fare riferimento a organizzazioni solidali per cercare di superare questo periodo tremendo e pieno d’incertezze.

La Legge sugli stranieri, inasprita a partire dal 2019, prevede infatti che, in caso di richiesta di aiuto sociale, si possa andare incontro a gravi conseguenze come il declassamento del permesso di soggiorno o, addirittura, l’espulsione.

L’alleanza

Unia migrazione, insieme al Partito socialista e all’Osservatorio svizzero sul diritto d'asilo e degli stranieri, vuole rettificare gli inasprimenti e garantire il soggiorno di chi risiede in Svizzera. Questa alleanza, aperta ancora a nuove adesioni (eleonora.guido[at]spschweiz.ch), intende portare avanti una campagna che prepari anche il terreno a future discussioni sul tema dei diritti sociali, civili e politici delle persone straniere.

L’idea è quella di far incontrare e mobilitare persone impegnate nell’ambito della migrazione e i migranti stessi per esercitare maggiore pressione sulle istituzioni. L’obiettivo è inoltre quello di evitare ulteriori inasprimenti della Legge sugli stranieri in un momento di crisi in cui, paradossalmente, è necessario rafforzare le protezioni sociali esistenti.

Gli articoli 62 e 63 della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione prevedono la revoca del permesso di soggiorno e di domicilio in caso di ricorso agli aiuti sociali. Da quando è entrata in vigore la nuova legge, questa regola si è però addirittura inasprita. Un’iniziativa parlamentare, lanciata dalla parlamentare socialista Samira Marti, intende ridare la possibilità agli stranieri, che risiedono in Svizzera da più di 10 anni, di ottenere gli aiuti sociali senza correre il rischio di essere espulsi.

La petizione

I pochissimi casi di abuso che si sono verificati negli anni, sfruttati dai populisti e da alcuni borghesi per distruggere il sistema di aiuti e dai media per attirare l’attenzione, hanno sempre fatto più rumore rispetto alla massa di persone che si sono ritrovate in situazioni disperate a causa della legge e del comportamento delle autorità.

L’alleanza, come prima mossa, sosterrà l’iniziativa parlamentare attraverso una petizione, che sarà rivolta ai membri del Consiglio nazionale e sosterrà l’iniziativa parlamentare di Samira Marti intitolata proprio «La povertà non è un reato». Il lancio di questa petizione sarà accompagnato da una campagna mediatica e la petizione sarà presentata, con tutta probabilità, in primavera.

Per Marilia Mendes, segretaria nazionale per la migrazione, «si tratta di un piccolo passo per cercare di invertire la tendenza che da anni vede il peggioramento del diritto per gli stranieri».