«Aumenti salariali sono necessari»

I salari devono recuperare terreno perché sono aumentati negli ultimi anni meno della produttività<br> Foto: Manu Friedrich

È tempo di adeguamenti salariali: i sindacati affrontano con fiducia le prossime trattative. Certo non tutti i settori vanno a gonfie vele, ma in generale l’economia tira e le prospettive sono improntate all’ottimismo. Unia rivendica per il 2016 aumenti sino all’1,5 %, ciò che è possibile e necessario, anche per recuperare il terreno perduto dai lavoratori più anziani e qualificati.

Negli ultimi dieci anni infatti l’evoluzione dei salari non ha tenuto il passo con l’aumento della produttività: quest’ultima è cresciuta dell’11% mentre le paghe in termini reali hanno fatto un passo in avanti solo dell’8 %, spiega l’economista dell’USS Daniel Lampart. Ma la cosa che preoccupa particolarmente i sindacati è che durante lo stesso lasso di tempo l’evoluzione è stata particolarmente debole per i collaboratori e le collaboratrici di lunga data.

Dalle indagini ufficiali sulla struttura dei salari emerge infatti che il salario reale di un lavoratore o una lavoratrice con un’anzianità di servizio di 20 anni e più ha fatto un passo in avanti solo del 2,7 % contro una media generale del 7,3 %. Di questo adesso si deve tener conto.

Non per tutti c’è crisi

Un adeguamento in busta paga è poi possibile. «Nella maggior parte dei settori e imprese svizzere la situazione è buona», rileva il presidente dell’USS Paul Rechsteiner. La congiuntura interna è stabile e fa l’esempio del settore della costruzione e di quello finanziario. A risentire gli effetti del franco forte sono soprattutto le imprese che operano per l’esportazione, come pure quelle del commercio attive nelle regioni di confine e per questo le rivendicazioni saranno differenziate.

Il franco forte non ha solo una faccia negativa. Oggi molte imprese possono produrre a costi più bassi, grazie al fatto per esempio che i prezzi dell’energia sono scesi molto. Inoltre, acquistare merci nella zona euro è diventato più conveniente, rileva la presidente di Unia Vania Alleva. Ne è un esempio il gruppo Georg Fischer Machining Solutions (ex Agie Charmilles). In febbraio, dopo l’abbandono da parte della Banca nazionale svizzera del cambio minimo con l’euro, si era affrettata ad aumentare l’orario di lavoro senza compensazione. Adesso chiude il primo semestre dell’anno con un aumento dell’utile lordo (EBIT) e non con la temuta perdita. Cosa che ha spinto il sindacato Unia a manifestare davanti alle fabbriche a Meyrin (GE), Losone (TI), Luterbach (SO) e Nidau (BE) per chiedere il pagamento delle ore lavorare in più e di ritornare al vecchio orario di lavoro.

Affitti e assicurazioni aumentano

I margini di manovra quindi ci sono per migliorare le paghe. Un bisogno tanto più sentito visto che certi costi continuano ad aumentare anno dopo anno. È il caso dei premi delle casse malati che potrebbero salire l’anno prossimo tra il 4 e il 6 %. «In una famiglia media l’aumento dei premi delle casse malati si porterà via circa 35 franchi ogni mese», sottolinea Alleva. Anche le pigioni continuano a salire. Nei primi sei mesi del 2015 i prezzi degli affitti per i nuovi immobili sono lievitati del 3 %. Per Unia è chiaro che se si vuole salvaguardare il potere d’acquisto reale delle famiglie ci vuole un aumento generale dei salari.
Se i risultati di queste prossime trattative saranno adeguati migliorerà anche il clima economico svizzero. «Malgrado il franco sia sopravvalutato con i problemi che ne derivano, l’economia svizzera potrà guardare al futuro con più ottimismo», rileva Rechsteiner. E le/i dipendenti avranno l’impressione che vale la pena anche per loro, e non solo per i quadri superiori, impegnarsi per far sì che l’impresa ottenga buoni risultati, ha aggiunto.

Le richieste di Unia

Per Unia (vedi tabella) gli aumenti dovranno essere prima di tutto generali, ma si dovrà cercare anche di recuperare il terreno perso negli ultimi anni dai lavoratori con più anzianità di servizio. L’aumento maggiore viene chiesto per il settore dell’edilizia principale che continua ad andare a gonfie vele, come pure per l’artigianato che ha molte commesse in portafoglio e registra buoni margini. Si tratta di aumenti possibili per le imprese e necessari per i lavoratori, sottolinea la presidente del sindacato. Per quanto riguarda l’industria, Unia chiede di più per il settore farmaceutico e chimico rispetto a quello metalmeccanico e dell’industria alimentare. Per combattere la discriminazione che colpisce le donne, le imprese sono sollecitate ad esaminare le paghe sotto il profilo della parità e a mettere in pratica la trasparenza salariale. Unia ritiene poi importante investire di più nell’apprendistato e chiede tredicesima e salari di riferimento per questa categoria di giovani lavoratori.

Nel settore della vendita si rivendicano aumenti in particolare per le persone qualificate e con esperienza. Un aspetto quest’ultimo sul quale si insisterà anche per altri settori per cercare di colmare il ritardi accumulati che si ripercuoteranno col tempo anche nelle rendite di vecchiaia.

Le rivendicazioni di Unia per il 2016

  • Edilizia: + 1,5 % per tutte/i.
  • Artigianato: + 1% per tutte/i .
  • Industria: Chimica/farmaceutica + 120 franchi per tutte/i; MEM e alimentazione + 80 franchi per tutte/i; salari di riferimento e tredicesima per gli apprendisti; esame delle paghe femminili e richiesta di applicazione della trasparenza salariale.
  • Commercio al dettaglio: + 1% della massa salariale, con aumenti per la mano d’opera qualificata e con esperienza.
  • Sicurezza privata: + 1% sui salari minimi per la mano d’opera a tempo parziale e il personale ausiliario con almeno tre anni di esperienza. Aumento dei supplementi.
  • Trasporto: + 1% per tutte/i.