«Finalmente ce l’abbiamo fatta!»

La possibilità di un pensionamento flessibile parziale da 60 anni per gli uomini e da 59 per le donne.

Da oltre dieci anni i sindacati rivendicano un pensionamento anticipato per i pittori e i gessatori nella Svizzera tedesca e nel Giura e per i pittori in Ticino. Le discussioni che hanno condotto al nuovo Ccl e al modello di prepensionamento si sono protratte per oltre due anni. Ora, nonostante le resistenze di alcuni settori del padronato, le lavoratrici e i lavoratori del settore in tutta la Svizzera avranno infine il diritto a una pensione anticipata.

Fino all’ultimo c’è stato il timore di qualche sorpresa. In marzo – dopo che le conferenze professionali dei sindacati Unia e Syna avevano già ratificato l’accordo sul modello di pensionamento anticipato e sul nuovo Ccl – l’assemblea dei delegati dell’Associazione svizzera imprenditori pittori e gessatori (ASIPG) aveva deciso di non entrare in materia, rinviando il pacchetto alle sue sezioni cantonali per un nuovo giro di consultazioni. Il rischio di una situazione di vuoto contrattuale sembrava farsi reale. Alla fine ha però prevalso la ragione: riunitasi nuovamente lo scorso 3 maggio, l’assemblea dell’ASIPG ha approvato l’accordo con una maggioranza di due terzi.

«Un bel momento»

«Dopo l’approvazione definitiva dell’accordo, ho ricevuto molte telefonate di lavoratori felici per il risultato», racconta Bruna Campanello, responsabile di Unia per il ramo della pittura e gessatura. «È davvero un bel momento, dopo 12 anni di attesa. La possibilità di un pensionamento anticipato apre nuove prospettive nella vita quotidiana dei lavoratori, permette loro di guardare con più serenità agli ultimi anni di attività in un mestiere fisicamente molto duro». Non va scordato che, stando ai dati delle casse pensioni, circa il 40 % dei lavoratori del settore sopra i 55 anni di età riceve prestazioni dall’Assicurazione invalidità.

Prepensionamento a 63 anni

Il modello negoziato tra le parti sociali per il settore della pittura e gessatura permette il prepensionamento completo a partire da 63 anni (62 per le donne). Inoltre prevede la possibilità di un pensionamento flessibile parziale da 60 anni per gli uomini e da 59 per le donne. Fino al pensionamento ordinario le lavoratrici e i lavoratori interessati riceveranno una rendita di transizione che si aggira intorno al 70 % del salario soggetto all’AVS. Inoltre verranno versati loro i contributi al secondo pilastro. Il modello sarà finanziato attraverso un fondo alimentato in parti uguali dal datore di lavoro e dal lavoratore; il contributo di ciascuno sarà pari allo 0,85 % dell’ultimo salario soggetto all’AVS.

Meno disparità di trattamento

Il modello è ideato in modo tale da far sì che le persone con un reddito più basso percepiscano prestazioni proporzionalmente superiori rispetto a quelle con redditi più elevati. La condizione per poter ottenere il pensionamento anticipato è di aver lavorato per almeno 15 anni nel ramo, di cui gli ultimi 7 senza interruzione. Se tutto procede come previsto, un fondo per il pensionamento anticipato dovrebbe essere costituito a partire dal 1° gennaio 2017. I primi lavoratori potranno approfittare del modello a partire dal 1° gennaio 2018.

«Un segnale importante»

«L’accordo è un segnale importante, che potrebbe sbloccare le trattative sul pensionamento anticipato anche per altre categorie professionali, per esempio i falegnami », osserva Igor Cima, responsabile dell’Artigianato per Unia Ticino. «È particolarmente positivo in questo momento, perché è in controtendenza rispetto ai tentativi dei partiti borghesi e del padronato di aumentare l’età di pensionamento».

Il nuovo Ccl, che entrerà in vigore il 1° giugno 2016 e avrà validità triennale, prevede anche un aumento del salario mensile di 25 franchi per tutti, quest’anno e il prossimo. Nello stesso tempo il salario minimo dei lavoratori che hanno concluso una formazione da non più di tre anni aumenterà di 30 franchi nel 2016 e nel 2017, quello dei capi operai e dei lavoratori qualificati (cat. A) di 12,50.