Quando i lavoratori finanziano l’integrazione

I sindacati hanno avuto un ruolo fondamentale nell’ideare e realizzare i corsi di formazione. Nell’immagine un corso di tedesco nell’edilizia.

Nel 2012 la Conferenza tripartita sugli agglomerati (CTA), che raggruppa Confederazione, i cantoni e i comuni, ha lanciato insieme ai sindacati e alle associazioni padronali un «dialogo sull’integrazione» allo scopo di favorire l’inserimento degli stranieri sul posto di lavoro. Dall’iniziativa sono scaturiti vari progetti, molti dei quali finanziati con i fondi paritetici.

Offerte di informazione per datori di lavoro e lavoratori, corsi di lingua e vari progetti per l’integrazione dei rifugiati sul mercato del lavoro: nei suoi quattro anni di esistenza, il «dialogo sull’integrazione» è stato all’origine di numerose iniziative. Il bilancio finora appare positivo: buona parte dei 15 obiettivi fissati a suo tempo sono stati raggiunti, ha affermato il presidente della CTA Guy Morin durante una conferenza stampa la scorsa settimana.

Corsi di lingua

Tra i progetti avviati c’è per esempio « Il tedesco in cantiere », gestito da sindacati e datori di lavoro nell’edilizia principale della Svizzera tedesca, che ha permesso l’organizzazione di circa 250 corsi a cui hanno partecipato circa 2500 persone. I corsi sono stati finanziati dal fondo paritetico dell’edilizia principale (Parifonds) e si basano sul metodo fide, che propone un insegnamento delle lingue orientato alla pratica. Corsi gratuiti analoghi sono stati organizzati anche nell’industria alberghiera e nella ristorazione. « Il ruolo dei sindacati è stato fondamentale nell’ideare e realizzare questi e altri corsi. Molte iniziative sono partite dalle organizzazioni dei lavoratori », ricorda Rita Schiavi, membro del Comitato direttore di Unia.

Integrazione dei rifugiati

Nel settembre 2016 i partner sociali del ramo delle pulizie nella Svizzera tedesca hanno dal canto loro lanciato un progetto pilota che vuole favorire l’integrazione nel mondo del lavoro di rifugiati riconosciuti e di persone provvisoriamente ammesse. Il ramo delle pulizie è particolarmente interessato al tema dell’integrazione: il 95 % dei circa 80 000 addetti del ramo ha una storia di migrazione alle spalle. I partecipanti al progetto seguono uno stage di tre mesi in un’impresa di pulizie e nello stesso tempo frequentano dei corsi di tedesco e una formazione tecnica di base. Anche in questo caso i costi di formazione sono finanziati dal fondo paritetico.

Coinvolgimento delle parti sociali

Per Vania Alleva il successo del «dialogo sull’integrazione» è da attribuire in buona parte al coinvolgimento delle parti sociali. «I progetti volti a integrare le migranti e i migranti nel mercato del lavoro hanno buone possibilità di riuscita a condizione che le parti sociali siano coinvolte nella loro attuazione», ha osservato la presidente di Unia durante la conferenza stampa.

Contributo dei lavoratori

Vania Alleva ha inoltre sottolineato come molti corsi siano finanziati dai fondi paritetici, i quali sono alimentati in misura maggiore dalle lavoratrici e dai lavoratori che dai datori di lavoro. «Ciò significa che nei rami professionali delle pulizie, nell’industria alberghiera e della ristorazione o nell’edilizia, i lavoratori immigrati contribuiscono in larga misura a finanziare le offerte integrative attraverso i loro contributi Parifonds e le loro quote associative sindacali. È un fatto che va tenuto presente, quando si esige che le migranti e i migranti contribuiscano maggiormente alla propria integrazione.»

Non solo «dialogo sull’integrazione»

Le parti sociali del resto sostengono anche al di fuori del dialogo nell’ambito della CTA offerte che contribuiscono all’integrazione della popolazione migrante. Corsi di lingua sono finanziati dai fondi paritetici nei rami delle pulizie, delle cure, dell’economia domestica, della vendita al dettaglio o dell’agricoltura. Il sindacato si impegna anche sul fronte del perfezionamento professionale, per esempio con il corso di formazione Progredir per le donne migranti nel settore alberghiero e della ristorazione e per il ramo delle pulizie.

Sostenere gli sforzi

«Vi sono svariate offerte di formazione finanziate dai cantoni, dai comuni, dai partner sociali o dai sindacati. Importante è però che si mettano le migranti e i migranti nelle condizioni di poterli frequentare», osserva Mauro Moretto, responsabile di Unia per il ramo alberghiero e delle ristorazione e molto coinvolto nel suo lavoro in questioni relative alla formazione. «Lo sforzo fatto dai partecipanti deve essere sostenuto », nota ancora Moretto, che ricorda per esempio come per i corsi di lingua nell’edilizia sia prevista una retribuzione del tempo di frequentazione dei corsi. « Se si vuole parlare di cultura dell’accoglienza, questo è senza dubbio un aspetto importante.»