No allo stress, no al lavoro gratuito!

La deregolamentazione degli orari di lavoro incide sulla salute dei dipendenti

Unia, insieme all’Unione sindacale svizzera (Uss), a Travail. Suisse e a Syna, ha formato un’alleanza per difendere la legge sul lavoro dall’attacco delle forze borghesi in Parlamento. I sindacati hanno il sostegno della Società svizzera di medicina del lavoro (Ssml).

Le salariate e i salariati in Svizzera sono sottoposti a una crescente pressione. Un sondaggio di Unia pubblicato nel gennaio 2017 ha indicato che il 70% dei dipendenti nelle professioni svolte in ufficio è confrontato regolarmente con situazioni di stress. Ne consegue un’incidenza crescente di malesseri fisici e psichici. Le violazioni delle norme sui tempi di lavoro e di riposo sono frequenti, come emerge anche dalle numerose chiamate che Unia riceve sulla hotline del suo «servizio tempo di lavoro».

Attacco alla legge sul lavoro

Come se non bastasse, alcuni esponenti borghesi in Parlamento vorrebbero ottenere una maggiore deregolamentazione degli orari di lavoro. Con le loro iniziative parlamentari, i consiglieri agli Stati Karin Keller-Sutter e Konrad Graber mirano a modificare radicalmente le norme della legge sul lavoro. Le misure di flessibilizzazione che propongono potrebbero riguardare fino al 40% delle lavoratrici e dei lavoratori tra i 25 e i 64 anni di età.

Maggiore protezione

Per i sindacati è chiaro che la legge del lavoro non è obsoleta. Gli strumenti in difesa della salute dei dipendenti vanno anzi rafforzati, attraverso una più rigorosa applicazione della legge e un miglioramento dei Ccl. Si tratta anche di una questione di salute pubblica. «Constatiamo già oggi un aumento dei disturbi d’ansia, delle depressioni e dei burn-out», ha osservato la rappresentante della Ssml Brigitta Danuser.