Ticino: salario minimo da fame

Il Governo del Canton Ticino ha licenziato il messaggio di un progetto di legge per l’introduzione di un salario minimo. L’importo proposto è tuttavia talmente basso da incentivare anziché frenare il dumping salariale.

Nel giugno 2015 il popolo ticinese aveva approvato un’iniziativa popolare che chiedeva l’introduzione di un salario minimo nel Cantone. Oggi l’esecutivo cantonale ha licenziato il messaggio di un progetto di legge in tal senso, in cui propone un salario minimo differenziato per ramo professionale, all’interno di una forchetta compresa tra i 18.25 e i 18.75 franchi all’ora. Questi importi sono molto bassi anche in Ticino e non permettono di arrivare a fine mese: invece di limitare il dumping salariale molto diffuso nel Cantone, promuovono le pressioni al ribasso sui salari.

Unia Ticino vaglia il lancio del referendum

Unia Ticino rifiuta con determinazione la proposta del Consiglio di Stato ticinese: aveva calcolato che un salario minimo avrebbe dovuto ammontare almeno a 21 franchi all’ora. Più di 20'000 occupate e occupati avrebbero beneficiato di una retribuzione di un importo simile. Adesso la palla passa al Parlamento.

Peggio di Neuchâtel

In estate Neuchâtel era stato il primo Cantone della Svizzera a introdurre un salario minimo. Quest’ultimo corrisponde al livello delle prestazioni complementari AVS/AI e ammonta a circa 20 franchi.