Il personale delle stazioni di servizio ticinesi richiede salari minimi come nel resto della Svizzera

Unia e i dipendenti delle stazioni di servizio ticinesi fanno pressione sul Parlamento

Ieri una delegazione di impiegati delle stazioni di servizio ticinesi ha incontrato alcuni parlamentari. I lavoratori si battono affinché il salario minimo, inserito nel CCL delle stazioni di servizio, sia valido anche per il Ticino.

Nel novembre del 2015 le associazioni padronali e i sindacati hanno firmato un contratto collettivo per lavoratrici e lavoratori delle stazioni di servizio. Il Consiglio federale ha confermato la natura vincolante del contratto pe tutta la Svizzera con l’eccezione del Ticino. Per questo motivo i lavoratori ticinesi, particolarmente colpiti dal dumping salariale, non potranno beneficiare di salari minimi.

Petizione per salari minimi adeguati

A partire dalla scorsa settimana, il personale delle stazioni di servizio ticinesi insieme a Unia ha raccolto le firme per una petizione, che chiede un salario minimo anche per il Ticino.

Il personale fa pressione in Parlamento

Una delegazione di impiegati delle stazioni di servizio, insieme a Unia, ha volantinato davanti al Parlamento per sensibilizzare la politica sul tema e ha incontrato il gruppo di deputati ticinesi in Parlamento, per cercare soluzioni al problema. Per Vania Alleva il trattamento discriminatorio nei confronti del Ticino è «un precedente pericoloso» che non deve ripetersi nei prossimi anni.