Risoluzione della conferenza professionale di Unia del ramo alberghiero e della ristorazione sul certificato Covid

La conferenza professionale ha approvato una risoluzione sul certificato Covid.

Dal 13 settembre nei ristoranti vige l’obbligo del certificato Covid per i clienti. I datori di lavoro possono richiedere ai lavoratori un certificato nel quadro del piano di protezione aziendale.

Il 13 settembre durante un suo incontro, la conferenza professionale del ramo alberghiero e della ristorazione ha approvato la seguente risoluzione. Per Unia il certificato Covid non è la soluzione di tutti i mali, ma è sicuramente meglio di un’ulteriore chiusura delle aziende.

  1. Unia raccomanda a tutti coloro che possono di farsi vaccinare contro il Covid-19. Il vaccino è un mezzo per combattere la pandemia. Il vaccino rimane tuttavia una scelta personale. I datori di lavoro non possono comminare sanzioni nei confronti dei propri dipendenti, solo perché questi non sono vaccinati.
  2. Se il datore di lavoro introduce il certificato Covid sul posto di lavoro, non sostituisce i piani di protezione esistenti. Non può essere trascurato il fatto che anche i vaccinati possono trasmettere il virus.
  3. Per Unia, per motivi di protezione dei dati, sul posto di lavoro può essere utilizzato soltanto il «certificato light» che non fornisce informazioni sullo stato vaccinale, sull’eventuale guarigione o sull’effettuazione del test. Questo è ragionevole.
  4. Secondo il Decreto del Consiglio federale il datore di lavoro deve sostenere i costi per i test PCR o per quelli veloci, se richiede un certificato ai suoi dipendenti. Senza questo il datore di lavore non può richiedere di esibire il certificato. I test devono essere gratis per tutti, anche per vaccinati, e devono essere fatti durante l’orario di lavoro.
  5. I lavoratori del ramo alberghiero e della ristorazione contribuiscono al controllo dei certificati dei clienti. Non hanno però compiti «di polizia». Infrazioni evidenti degli avventori (per es. permanenza nel ristorante senza un certificato valido) non possono essere addebitate ai lavoratori dipendenti. Queste devono essere gestite dai gerenti dell’azienda.
  6. Se le realtà aziendali subiscono una diminuzione della clientela a causa del certificato Covid, il Consiglio federale e i Cantoni devono garantire il prolungamento delle misure di aiuto (lavoro ridotto con modalità di richiesta semplificata, sostegno dei casi di rigore...).