Contratto nazionale mantello Edilizia: più protezione e no al furto delle ore!

Gli edili sono decisi quando si tratta di difendere i loro diritti. (Photo: Manu Friedrich)

Il Contratto nazionale mantello (CNM) deve essere rinegoziato. Le rivendicazioni dei lavoratori edili sono chiare: è necessaria una maggiore protezione, minori pressioni e occorre porre fine al furto delle ore!

Le trattative contrattuali con la Società svizzera degli impresari costruttori (SSIC) hanno preso avvio il 28 febbraio 2022. In occasione di una conferenza stampa i sindacati hanno presentato le rivendicazioni dei lavoratori edili.

La posta in gioco è molto alta

«Quest’anno la posta in gioco per i lavoratori edili è molto alta. Il CNM, che disciplina le condizioni di lavoro minime, giunge a scadenza a fine anno. Senza CNM tutto sarebbe permesso: nessun salario minimo, nessuna tredicesima mensilità, una settimana lavorativa di 50 ore e licenziamenti in caso di malattia», afferma Nico Lutz, responsabile delle trattative e del settore Edilizia di Unia.

La posizione dei lavoratori edili è chiara

Oltre 17’500 lavoratori edili si sono espressi lo scorso autunno sulle rivendicazioni in vista del nuovo contratto. Il risultato è chiaro: è necessaria una maggiore protezione della loro salute! Occorre porre fine al furto delle ore nell’ambito del tempo di viaggio e delle intemperie!!

Le rivendicazioni principali in breve

  • regole chiare per l’interruzione dei lavori in caso di intemperie e calura
  • giornate lavorative più corte
  • maggiore protezione contro il licenziamento per i lavoratori edili più anziani
  • tempo di viaggio interamente retribuito, no al furto delle ore
  • una settimana di vacanze in più a titolo di compensazione per le crescenti pressioni
  • una pausa supplementare retribuita
  • cantieri puliti con più servizi igienici

Carenza di personale qualificato a seguito della crescente pressione

È necessario agire quanto prima per rendere più attrattivo il settore dell’edilizia!

  • Negli ultimi 10 anni, il numero degli apprendisti nell’edilizia si è dimezzato.
  • Un lavoratore edile su due prima o poi abbandona la professione e cambia ramo professionale.
  • La carenza di personale qualificato si accentua ulteriormente. Mancano lavoratori edili qualificati e sempre più anche quadri dell’edilizia.
  • La generazione del baby boom sta raggiungendo l’età del pensionamento, un posto di capo muratore su due dovrà essere riassegnato.

I lavoratori edili non beneficiano dell’andamento positivo

L’edilizia va a gonfie vele. I lavoratori edili approfittano ben poco dei vantaggi del boom – anzi. Si costruisce sempre di più, ma il personale diminuisce e i tempi si riducono. Per i sindacati è evidente: investire in migliori condizioni di lavoro è necessario e possibile!

Gli impresari costruttori esigono ancora più lavoro straordinario e meno salario

La Società degli impresari costruttori chiede invece giornate di lavoro più lunghe, ancora più lavoro straordinario e allo stesso tempo tagli salariali. E già lo scorso autunno ha minacciato pubblicamente il vuoto contrattuale, se i lavoratori edili non avessero accettato le richieste di smantellamento.

I lavoratori edili sono pronti a lottare

Nico Lutz ne è certo: «I lavoratori edili non possono e non vogliono accettare peggioramenti del contratto. Le loro rivendicazioni sono legittime. L’ampia partecipazione alla votazione dei sindacati ha dimostrato che per i lavoratori edili un contratto migliore è essenziale e che sono pronti a lottare per ottenerlo.»