Le venditrici e i venditori esigono la riduzione dell’orario di lavoro e aumenti salariali generali

Oggi quaranta delegate e delegati Unia del commercio al dettaglio hanno partecipato alla Conferenza professionale sul tema: «Gestione e riduzione dell’orario di lavoro nella vendita». Hanno discusso della mancanza di personale nelle superfici di vendita e rivendicato una riduzione dell’orario di lavoro. Sono intervenute/i anche sindacaliste e sindacalisti belgi, per descrivere lo sciopero condotto con successo da Lidl.

Durante la pandemia i commercianti hanno registrato un aumento del fatturato e un incremento del valore aggiunto. Nel contempo l’occupazione è progredita solo lievemente, per cui la produttività del lavoro cresce. Ciò implica che il lavoro per il personale si intensifica sempre più.

Al momento il rincaro supera il 2 per cento e senza contromisure le famiglie saranno confrontate con un massiccio calo del potere d’acquisto. Urge quindi intervenire anche sul fronte dei salari.

Giornate di lavoro intense e interminabili

Le venditrici e i venditori devono fare i conti con giornate lavorative estremamente lunghe, piani d’impiego flessibili e lavoro in orari marginali. Numerose ore non vengono registrate, il che è illegale. Nel commercio al dettaglio 45-50 ore di lavoro alla settimana o sei giorni lavorativi su sette non sono un’eccezione. Sono ritmi eccessivi che minano la salute fisica e psichica delle persone.

Con una risoluzione, le/i partecipanti alla Conferenza professionale del commercio al dettaglio Unia esigono pertanto:

  • la riduzione dell’orario di lavoro con piena compensazione salariale e l’aumento dell’organico, per ammortizzare la densificazione del lavoro,
  • pause retribuite,
  • giornate lavorative più corte,
  • sabati liberi e serate libere regolari,
  • lo stop al furto delle ore,
  • aumenti generali di stipendio, in modo che anche le salariate e i salariati possano beneficiare del buon andamento economico.

La riduzione dell’orario di lavoro facilita anche la lotta contro la crisi climatica, in quanto le persone che hanno più tempo possono vivere facendo un uso più parsimonioso delle risorse.

Sciopero a favore dell’aumento di personale da Lidl

Le associate e gli associati del sindacato belga CSC collegatisi alla Conferenza professionale via zoom hanno parlato dello sciopero di vari giorni condotto presso Lidl e sottolineato l’insufficienza del personale impiegato. Le/i dipendenti si sono mobilitate/i con determinazione riuscendo a migliorare concretamente le proprie condizioni di lavoro e a ottenere tra l’altro la presenza di maggiore personale in negozio, in modo da poter ripartire meglio il carico lavorativo.