Un primo maggio senza le piazze

L’Unione sindacale svizzera (Uss) e alcuni comitati locali organizzano iniziative mediatiche per sopperire all’impossibilità di scendere in piazza. Sarà una festa dei lavoratori diversa quest’anno, ma è importante esserci.

Il Primo maggio in Svizzera è molto sentito: è un’occasione importante per stilare dei bilanci, per rilanciare rivendicazioni e anche per far festa, nel senso più nobile del termine. In molte città è anche un momento di incontro tra culture diverse: la festa dei lavoratori a Zurigo, ad esempio, assume i caratteri di un vero e proprio festival delle numerose diaspore cittadine. Fa molto male non poter scendere in piazza.

Sarebbe stato bello poter festeggiare il lavoro e insieme la fine della pandemia, ma purtroppo non è andata così. Tuttavia, la giornata è costellata di iniziative mediatiche o virtuali per riflettere e, in qualche modo, rimanere vicini.  

In rete

L’Uss ha annunciato di voler onorare la festa attraverso una sorta di manifestazione virtuale, ovvero tramite discussioni e seminari online. Inoltre, sono previste anche azioni in diversi luoghi compatibili con le esigenze sanitarie. Il programma esatto dell’evento, in cui sicuramente prenderà la parola la Presidente di Unia Vania Alleva, sarà pubblicato a breve sul sito, in tedesco e francese, creato appositamente per l’occasione: www.mai2020.ch. Al momento, sempre sul sito, è possibile ordinare gratuitamente i manifesti del Primo maggio da appendere ai balconi o all’esterno delle case.

Nelle città

Alcune città sono riuscite a sopperire al divieto di assembramento.

A Zurigo, dove esiste un comitato del Primo maggio molto attivo e variegato (www.1mai.ch), la giornata sarà celebrata sulle frequenze di Radio Lora, l’emittente radiofonica plurilingue che da decenni accompagna la vita delle diverse comunità migranti della città. L’edizione di quest’anno sarà dedicata al Sud America. Le relatrici principali previste sono l’attivista e parlamentare indigena boliviana Leonida Zurita e la cineasta svizzero-venezuelana Liliane Blaser, che da quaranta anni accompagna con la cinepresa i movimenti venezuelani.

A Ginevra, invece, i sindacati organizzano un tour dimostrativo, con alcuni giornalisti, per denunciare i luoghi di lavoro a rischio a causa del coronavirus. È prevista inoltre un’azione di protesta simbolica dai balconi e dalle finestre. Maggiori informazioni sono disponibili qui.

Il programma in Ticino sarà eventualmente comunicato sulla pagina regionale online di Unia.

Solidarietà, ora più che mai!