I dipendenti dell’industria difendono il proprio tempo libero

I dipendenti dell’industria svizzera si battono contro la minaccia di peggioramenti nella Legge sul lavoro. In una petizione al Consiglio Federale 6‘288 lavoratori dell’industria chiedono che la tutela dei lavoratori nella Legge sul lavoro sia garantita.

In Parlamento si discute di varie proposte che mirano a neutralizzare le norme sulla tutela dei lavoratori nella Legge sul lavoro. Al centro di questi attacchi vi sono le iniziative parlamentari dei consiglieri agli Stati Karin Keller-Sutter (PLR, SG) e Konrad Graber (PPD, LU), che puntano ad abolire di fatto la registrazione dell’orario di lavoro e a deregolamentare i tempi di lavoro. Così facendo essi si scagliano contro la tutela della salute dei lavoratori e la fondamentale separazione tra lavoro e tempo libero.

La difesa dei lavoratori dell'industria

In sole quattro settimane 6‘288 lavoratori dipendenti di tutti i settori industriali hanno firmato la petizione «Salute sul lavoro, buona qualità di vita – Giù le mani dal mio tempo libero!» lanciata dal sindacato Unia. Essi chiedono al Consiglio Federale di opporsi agli smisurati piani di deregulation e di difendere la tutela dei lavoratori. La petizione è stata trasmessa oggi alla Cancelleria federale da una delegazione di lavoratori dell’industria.

La Legge sul lavoro protegge gli occupati

La Legge sul lavoro è uno strumento d’importanza centrale ai fini della protezione dallo stress e dal burnout. Gli orari di lavoro pianificabili e la registrazione delle ore di lavoro sono le misure più efficaci per evitare un carico di lavoro eccessivo. È inammissibile che con il pretesto della modernizzazione e della digitalizzazione venga abolita la tutela dei lavoratori.

Concepire attivamente la digitalizzazione

Il crescente abbattimento dei confini tra lavoro e tempo libero pregiudica la salute dei dipendenti e la conciliabilità tra lavoro e vita privata. Per questo oggi i delegati Unia del settore industriale hanno promulgato anche una risoluzione, nella quale annunciano di volersi opporre a «tutti gli attacchi politici che minano le basi del diritto del lavoro in Svizzera». Essi chiedono nel contempo una moderna politica industriale, che concepisca in particolare la digitalizzazione della produzione in modo tale da rendere possibile una re-industrializzazione sociale della Svizzera. Perché ciò sia possibile, serve una solida tutela dei lavoratori a livello di contratti collettivi di lavoro e di legge.