Ci si ammala ancora

Infografica della Suva (suva.ch/sole)

In Svizzera si è fatto molto per ridurre l’esposizione di lavoratori e lavoratrici a sostanze nocive. Secondo gli epidemiologi, i tumori che sono in stretta relazione con il lavoro sono una minima parte del totale.

Tuttavia, questi tumori hanno spesso conseguenze devastanti per chi li contrae. Una giornata formativa organizzata dalla Suva ha fatto il punto sulla situazione odierna alla luce dei dati e delle ricerche più recenti.

L’amianto il più letale

Ad aprire i lavori della giornata è stata la dottoressa Anja Zyska Cherix, a capo della medicina del lavoro presso la Suva, che ha illustrato i dati relativi alla cancerogenesi ambientale legata al lavoro.

Secondo le ultime ricerche, i tumori legati all’attività lavorativa sono tra il 2% e l’8% del totale.

Secondo una ricerca del 2001, la percentuale di tumori si abbassa addirittura all’1% tra i lavoratori che non fumano.

Molte delle sostanze nocive sono ormai conosciute e censite e la regola d’oro per la prevenzione è quella di ridurre al minimo l’esposizione del lavoratore attraverso piani di protezione rigorosi, informazione e monitoraggio continuo della salute.

I valori di rischio variano ovviamente da sostanza a sostanza. Tra le sostanze più pericolose troviamo l’asbesto, il benzene, il benzo[a]pirene, alcuni composti del cromo e i sali di nickel.

Tra i tumori troviamo i famigerati mesoteliomi, provocati dall’amianto, e i cancri polmonari, provocati dalle sostanze sopraelencate e, inoltre, da polveri di quarzo, del cobalto e del cadmio. Queste forme tumorali sono cresciute quasi costantemente dagli anni Novanta fino a oggi: i casi annuali di mesotelioma erano meno di 50 a inizio anni Novanta, mentre dal 2015 al 2019 sono saliti a 150. I casi riconosciuti finora sono in tutto 2345.

Tumori meno frequenti

Ci sono forme tumorali contratte in contesti professionali che sono meno conosciute e molto meno frequenti rispetto a quelle che colpiscono i polmoni. Tuttavia, occorre non sottovalutarle. Tra queste troviamo il cancro alla vescica, provocato dalle ammine aromatiche e da alcuni idrocarburi, i tumori alle vie nasali e l’adenocarcinoma, che possono essere provocati dalle polveri di alcuni legni o del cuoio, dai derivati di cromo e dai sali di nickel e diverse forme leucemiche, provocati dal benzene.

Anche i tumori della pelle possono essere provocati dal contatto con sostanze tossiche nei posti di lavoro: alcuni idrocarburi, l’arsenico, la pece. Ovviamente anche l’esposizione prolungata ai raggi solari, un problema che riguarda i lavoratori edili, gli artigiani e i giardinieri, può essere un fattore di rischio.

I raggi solari

In chiusura di giornata la dottoressa Christine Marty (Suva Lucerna) ha presentato il progetto Uv. Si tratta delle attività di sensibilizzazione della Suva nei confronti del problema della sovraesposizione al sole.

Sono circa 25'000, infatti, le persone che in Svizzera ricevono una nuova diagnosi di cancro della pelle.

Le persone che sono esposte più della media a radiazioni Uv per motivi professionali sono tra quelle che più rischiano di ammalarsi. Per questo la Suva ha cominciato delle attività di sensibilizzazione che prevedono, tra le altre cose, un tour dei cantieri elvetici per informare dei rischi una delle categorie più esposte in assoluto al problema: gli edili.

Attraverso una videocamera con speciale filtro Uv, i tecnici Suva mostrano in modo chiaro a lavoratori e lavoratrici dove si sono verificate già reazioni della pelle a causa dell’esposizione al sole. Questa attività si rivolge soprattutto agli apprendisti perché la loro pelle giovane è particolarmente sensibile e l'esposizione prolungata ai raggi Uv può provocare molto più facilmente il cancro della pelle.