Commercio al dettaglio: sono necessari maggiori diritti di partecipazione

Le commesse e i commessi chiedono maggiori diritti di partecipazione nei sistemi digitali e la fine degli incessanti attacchi alle loro condizioni di lavoro.

In occasione della Conferenza professionale del commercio al dettaglio, le commesse e i commessi hanno chiesto maggiori diritti di partecipazione nei sistemi digitali. Inoltre, le associate e gli associati di Unia hanno criticato la tattica dei piccoli passi dei borghesi e rivendicato salari più elevati anziché orari di apertura dei negozi più lunghi e un aumento del lavoro domenicale.

Tante aziende introducono nuovi sistemi digitali come ad esempio le casse self-service o i sales based ordering system. Questi sistemi si ripercuotono direttamente sulle condizioni di lavoro nella vendita. Spesso portano a un’intensificazione del lavoro e comportano il rischio di uno smantellamento dei posti di lavoro.

Nelle trattative condotte con H&M, il sindacato tedesco ver.di ha ottenuto l'impiego di risorse umane liberate dalla digitalizzazione dei processi di lavoro all’interno dei punti vendita. Questo accordo è parte di uno speciale contratto collettivo di lavoro previsto a tale scopo, che disciplina anche il diritto di partecipazione del personale.

L’introduzione di nuovi sistemi digitali deve prevedere la partecipazione del personale

Le commesse e i commessi iscritti a Unia chiedono che i loro diritti di partecipazione vengano rispettati durante l’acquisizione, la fase di test e l’implementazione dei nuovi sistemi informatici. I diritti di partecipazione devono ad esempio essere rafforzati nei contratti collettivi di lavoro (CCL).

Il personale chiede inoltre che i CCL stabiliscano in modo vincolante che le risorse umane liberate dalla digitalizzazione dei processi di lavoro vengano impiegate all’interno dei punti vendita, ad esempio nella consulenza alla clientela.

Salari più elevati anziché ulteriori aperture domenicali e serali

Gli attuali interventi politici minacciano le condizioni di lavoro del personale di vendita, chiedendo ad esempio aperture domenicali dei negozi di articoli di lusso o l’aumento del lavoro nei fine settimana. Allo stesso tempo le retribuzioni sono in netto ritardo rispetto all’aumento della produttività. Le commesse e i commessi rifiutano l’estensione degli orari di apertura dei negozi perché sono causa di burnout e stress. Chiedono invece salari più equi che tengano il passo con la produttività.

Il 21 settembre le commesse e i commessi scenderanno in piazza a Berna per chiedere salari più elevati e dare visibilità alle loro rivendicazioni di salari equi nel commercio al dettaglio.