Il personale curante rivendica misure immediate ed è pronto per lo sciopero delle donne

In occasione dell'odierna conferenza professionale, il personale curante torna a lanciare l'allarme: se il Consiglio federale continuerà a tergiversare nell'attuazione dell'iniziativa per cure infermieristiche forti, altre 15.000 lavoratrici e lavoratori lasceranno la professione. Per questo motivo, i curanti chiedono ancora una volta la messa in atto di cinque misure immediate per fermare l'esodo di professionisti. Il personale curante è pronto a cogliere l’opportunità offerta dal grande sciopero delle donne del prossimo 14 giugno per richiamare l'attenzione sulla propria situazione e sulle proprie rivendicazioni, sia nei luoghi di lavoro, sia nelle piazze.

In occasione dell'odierna conferenza professionale delle cure, i curanti hanno discusso la proposta del Consiglio federale per l'attuazione dell'iniziativa per le cure infermieristiche. Una proposta che segna un primo timido passo nella giusta direzione ma insufficiente: mancano standard minimi vincolanti per migliorare le condizioni di lavoro in tutta la Svizzera, nella determinazione del numero minimo di infermiere per reparto non è previsto il coinvolgimento del personale. Inoltre, un adeguato finanziamento delle cure non può certamente passare da un ulteriore aumento dei premi di cassa malati che avrebbe ricadute sociali inaccettabili.

L'urgenza è ignorata

Il problema maggiore, tuttavia, è il calendario poco ambizioso del Consiglio federale: se il numero di persone che abbandonano la professione continua a questo ritmo, altre 15.000 lavoratrici e lavoratori lasceranno la professione entro l'attuazione dell'iniziativa infermieristica nel 2027. Il personale curante fa suonare l'allarme e chiede, come già fatto durante l'ultima grande azione per le cure di novembre, ‌‌‌‌‌‌‌‌‌‌‌‌‌cinque misure immediate.

Tutte e tutti allo sciopero delle donne 2023!

Il personale curante è pronto a cogliere l’opportunità offerta dal grande sciopero delle donne del prossimo 14 giugno per richiamare l'attenzione sulla propria situazione e sulle proprie rivendicazioni, sia nei luoghi di lavoro, sia nelle piazze. Chiede:

Rispetto

Più dell'80% del personale curante è donna.  La politica di austerità borghese-maschile ha ignorato per anni i problemi e le richieste delle infermiere, facendo così precipitare il ramo delle cure di lunga durata nella crisi. I curanti non intendono sacrificare la loro salute per pagare la crisi! Ora bisogna concretizzare le 5 misure urgenti e un equo finanziamento delle cure!

Più salario

Il personale curante è soggetto a una doppia discriminazione salariale: essendo una professione tipicamente femminile, i salari sono bassi rispetto a quelli dei rami professionali maschili.  Allo stesso tempo, nei settori sanitario e sociale, le donne guadagnano in media ben 1602 franchi in meno rispetto agli uomini per lo stesso lavoro. Parità di retribuzione ora - all'interno del settore sanitario e parificazione dei salari con le professioni tipicamente maschili!

Più tempo

A causa dell'elevato stress legato alla professione e degli obblighi familiari aggiuntivi, per la maggior parte del personale non è possibile lavorare a tempo pieno. Ne conseguono salari ancora più bassi e più tardi misere pensioni. Riduzione del tempo di lavoro ora – lavorare all’80% per un salario al 100% senza aumentare la pressione sul personale!

Garantire una buona assistenza: rafforzare la capacità di mobilitazione

In occasione della conferenza professionale, il personale di cura ha fatto capire chiaramente che lotterà per i propri giustificati timori anche al di là dello sciopero delle donne. Perché non sono solo lavoratrici e lavoratori a soffrire per le difficili condizioni di lavoro e la carenza di personale, ma anche i residenti delle case anziani e i pazienti.  È necessaria un'ampia discussione sul significato di buone cure e sul tipo di assistenza che noi, come società, vogliamo fornire a coloro che non sono più autosufficienti.