Un CCL per il trasporto e la logistica

Un contratto li protegge meglio

I partner sociali devono negoziare un contratto collettivo di lavoro (CCL) di obbligatorietà generale per i lavoratori e le lavoratrici del settore dei trasporti e della logistica. Lo hanno rivendicato ieri a Berna i sindacati Unia e Syndicom presentando il catalogo rivendicativo elaborato dalla base. Solo così si può lottare contro il dumping salariale e il deterioramento delle condizioni di lavoro.

Basta guardare le strade per capire quanto importante sia questo settore economico e come sia in continuo sviluppo. Nel 2012 le imprese per il trasporto stradale in Svizzera erano circa 10’000, contro le 7000 del 2008. Nello stesso lasso di tempo gli addetti sono aumentati da 90’000 a 107’000. «La loro giornata lavorativa comincia presto e spesso finisce tardi», ha rilevato la presidente di Unia Vania Alleva. Le condizioni di lavoro si deteriorano perché il traffico è sempre più intenso, i termini sempre più corti e la pressione sulla redditività sempre più forte. «Un tempo il divieto di viaggiare di notte era un divieto, col passare degli anni è diventato come un emmental», ha rilevato un camionista. La salute dei lavoratori è quindi minacciata.

La paga non cresce

Anche le paghe sono un punto dolente. Sono basse e in più «sono progredite poco negli ultimi anni», ha aggiunto Alleva facendo un paragone con gli altri rami del terziario a bassi salari. Questi ultimi, grazie anche alla campagna dei sindacati per un salario minimo, hanno ottenuto aumenti superiori a quelli del settore dei trasporti. Le condizioni di lavoro si fanno sempre più dure anche per chi lavora nella logistica, vale a dire per chi si occupa dei depositi e dello smistamento della merce. «Il lavoro su chiamata o di notte, senza compensazione salariale o sotto forma di tempo, è diventato frequente e talvolta persino la norma», ha sottolineato Alleva. Gli acquisti su internet con termini di consegna sempre più brevi si generalizzano e aumentano così le persone obbligate a lavorare di notte.

Combattere il dumping

Per migliorare la situazione Unia e Syndicom vedono una sola strada da percorrere: le parti sociali devono negoziare subito un CCL di obbligatorietà generale, che deve quindi valere per tutte le imprese del settore. Questo perché l’assenza di un contratto collettivo sta avendo sempre più gravi conseguenze sulle condizioni di lavoro e salariali degli addetti, rilevano i sindacati spiegando l’appello rivolto al padronato. Un CCL è nell’interesse dei lavoratori ma anche del padronato, ha aggiunto Alain Carrupt, presidente di Syndicom. È lo strumento ideale per combattere il dumping salariale e quindi la concorrenza sleale. Esso infatti prevede i necessari meccanismi di controllo, ha spiegato. Il contratto deve migliorare le condizioni di lavoro, garantire una maggiore protezione della salute, ma anche permettere alla lavoratrice e al lavoratore di conciliare meglio vita professionale e privata. Salari minimi Tra le rivendicazioni, che Unia e Syndicom hanno elaborato in collaborazione con la base, c’è la richiesta di salari minimi, fissati in base al grado di formazione e all’anzianità, la tredicesima per tutti e almeno 5 settimane di vacanze. Per le donne ci vuole un congedo maternità di 16 settimane e 10 giorni di congedo pagato per chi diventa papà. Inoltre la durata settimanale di lavoro deve essere fissata a 48 ore. Infine, per garantire la sicurezza sulle strade ci vuole un sistema di licenze di trasporto – che attualmente non c’è – anche per chi guida veicoli inferiori a 3,5 tonnellate, automezzi il cui numero negli ultimi anni è cresciuto a vista d’occhio.